La Passione Molesta

 In Sul Filo del Diritto, N. 1 - marzo 2010, Anno 1

Il profilo dello Stalker

Sebbene, secondo gli studiosi Marasco e Zenobi (2003), non è possibile classificare i molestatori assillanti (Gargiullo, Damiani, 2008) in una categoria diagnostica precisa o identificare sempre la presenza di una eventuale vera e propria patologia mentale di riferimento, nella letteratura scientifica (Mullen, Pathe, Purcell, Stuart, 1999; Ferraris 2001) gli stalkers sono stati individuati in cinque categorie e classificati in base ai bisogni e ai desideri che fanno da motore motivazionale.

Il risentito (The rejected) ovvero quando lo stalker tende a seguire i propri bisogni, ad appagare i suoi istinti e a negare la realtà, pensa di essere sempre nel giusto e sospinto dal desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito è fermamente intenzionato a perseguire un piano punitivo considerando giustificati i propri comportamenti, dai quali trae confortanti sensazioni di potere e di controllo, che hanno poi l’effetto di rinforzarlo inducendolo a continuare. Il suo comportamento è alimentato dalla ricerca di vendetta e pensa di essere chiamato dal destino per vendicare le ingiustizie, quando invece l’obiettivo è quello di ricevere attenzioni, o di riconquistare la persona che lo ha lasciato: egli pensa che il proprio è un comportamento non riprovevole perché spinto dall’amore, inoltre è convinto che riuscirà a piegare la resistenza della vittima perché in fondo anche lei nutre gli stessi suoi desideri. Talvolta pone in essere una crudele e infida manipolazione mentale definita gaslighting (Stern, 2007). Tecnica utilizzata per rendere la vittima più flessibile e facilmente controllabile, o più emotiva e quindi più bisognosa e dipendente: la mette in condizione di dubitare di se stessa e dei suoi giudizi di realtà, facendola sentire confusa o tentando di farle temere di stare impazzendo.

Il bisognoso d’affetto (The intimacy seeker) è lo stalker alla ricerca di una relazione e di attenzioni nell’ambito dell’amicizia o dell’amore e, questa richiesta affettiva, è diretta a un partner idealizzato. Il suo comportamento è alimentato dalla voglia di avere un feeling fisico o emotivo stabile con un’altra persona che si ritiene possa aiutarlo, attraverso la relazione desiderata, a risolvere la propria mancanza di amore o affetto, a uscire dalla solitudine, a superare qualche problema che lo blocca. Questa categoria include anche la forma definita delirio erotomane (Berrios, Kennedy, 2003) o Sindrome di Clérambault (Jordan, Howe 1942), in cui il bisogno di affetto viene erotizzato e lo stalker tende a leggere nelle risposte della vittima un desiderio a cui lui resiste. Il bisogno di amore si fonda su una fissazione totalizzante: l’idea di un rifiuto, vissuto come un intollerabile attacco all’Io, diviene inaccettabile.

Il corteggiatore incompetente (The incompetent) è quello stalker che non riesce ad entrare in sintonia con il partner desiderato a causa della sua incapacità nell’approcciare e nell’intrattenere rapporti interpersonali con persone dell’altro sesso. Il suo comportamento è dettato da un elevato senso di frustrazione relazionale ed è connaturato dall’utilizzo di avances insistenti, opprimenti, esplicite e allorché non riesca a raggiungere i risultati sperati, anche maleducate, aggressive, manesche.

Il respinto (The resentful), invece, è lo stalker che diventa tale in seguito alla reazione a un rifiuto e seppur consapevole del fatto che insistenze, minacce, pedinamenti, aggressioni, denunce e rappresaglie hanno l’effetto di peggiorare il suo rapporto con l’oggetto amato tuttavia non desiste, anzi dà vita ad una sorta di escalation. Il comportamento dello spasimante rifiutato, in assenza di un feedback affettivo, diventa una continuazione della relazione, la cui perdita è percepita come troppo minacciosa (Castellani, 2007).

Il predatore (The predatory), inoltre, è quello che ambisce ad avere rapporti sessuali con la vittima. Il suo comportamento consiste nel pedinare, inseguire, spaventare, e torturare la preda: la paura, infatti, sembra eccitare questo tipo di stalker che prova soddisfazione e un senso di potere nell’organizzare l’assalto, nell’osservare di nascosto, nel pianificare l’agguato senza preannunciarlo mediante minacce o palesare anzitempo le proprie intenzioni. Appartengono a questa categoria anche i pedofili che provano attrazione sessuale nei confronti di bambini o preadolescenti che adescano i minori per poi abusarne sessualmente; i feticisti che concentrano l’interesse sessuale su una o più parti del corpo o verso uno o più oggetti della vittima e cercano di possedere il feticcio desiderato; i voyeuristi che provano l’eccitazione e il piacere sessuale nel guardare persone seminude, nude o intente a spogliarsi.

Lo studioso Ege Erald (2005) distingue, inoltre, tre tipologie di stalking:

  • lo Stalking emotivo: generalmente associato alla rottura di una relazione affettiva, quando un componente della coppia non riesce a rassegnarsi alla perdita dell’altro;
  • lo Stalking delle celebrità: consiste nel perseguitare personaggi famosi o di pubblico interesse;
  • lo Stalking occupazionale: è il tipo di persecuzione che inizia sul posto di lavoro per poi invadere la sfera privata.

Altri studi (Boon e Sheridan 2002) hanno altresì valutato lo stalking in base alla relazione vittima-autore e alle caratteristiche dell’attore e distinguono:

  • Molestie da parte dell’ex-partner: lo stalker abbandonato ha un temperamento impulsivo e ostile e prova odio e risentimento, a causa della fine della relazione, caratterizzata da vessazioni e maltrattamenti sfociati spesso anche in violenze fisiche e verbali, commesse anche in presenza di terze persone, nonché da danneggiamenti a cose di proprietà della vittima. Il suo comportamento consiste in minacce esplicite, riconducibili a diffamazione della vittima con amici e parenti. Tipiche sono inoltre le iniziative giudiziarie che lo stalker promuove nei confronti della vittima e relative all’affidamento, al mantenimento, agli incontri con i figli con la finalità esclusiva di imporre un controllo sulla vita dell’altra persona e una limitazione della sua libertà;
  • Atti persecutori dovuti a infatuazione: questa tipologia si suddivide in due sottocategorie, amore giovanile, amore maturo e talvolta nella forma dell’amore adultero, che prevedono caratteristiche simili di condotta, ossia, l’instaurarsi tra le parti di un gioco perverso. La persona desiderata diventa il punto centrale delle fantasie dello stalker; il desiderio, anche se manifestato con rabbia, nella fantasia è romantico e positivo; la persona viene rintracciata e avvicinata con trucchi non malevoli, es. due biglietti per una rappresentazione teatrale o per il cinema fatti trovare sotto il tergicristalli della macchina, trovarsi in un posto ove si trova anche la vittima fingendo che l’incontro sia casuale, fare domande a amici o colleghi su qualsiasi aspetto relativo alla vita della persona desiderata;
  • Stalking delusionale e di fissazione – alto rischio: lo stalker tende a essere incoerente e permane la sua fissazione sulla vittima che rischia di subire violenza fisica e/o sessuale; sono frequenti i casi in cui il soggetto ha già commesso reati di violenza sessuale o fisica o ha precedentemente messo in atto condotte vessatorie. I tempi e i luoghi dove agisce l’autore delle molestie sono variegati e imprevedibili; il contenuto del materiale inviato dallo stalker e le sue conversazioni sono velatamente oscene e di natura sessuale; l’obiettivo del molestatore è avere una relazione intima di natura sessuale con la vittima, facendo riferimento alla loro precedente relazione o all’interesse che, a parer suo, la vittima mostra ancora nei suoi confronti;
  • Stalking delusionale e di fissazione – basso rischio: lo stalker presenta la delirante convinzione che esista un legame fra lui e la persona oggetto delle sue fissazioni; nessuna delle condotte messe in atto è pericolosa o costituisce una minaccia; il molestatore costruisce una propria realtà per cui egli e la vittima hanno una relazione reciproca e consensuale. Nel caso in cui lo stalker si convinca che una terza persona impedisce la sua relazione, si potrebbe verificare una condizione di pericolo, soprattutto se quest’ultima viene percepita come intrusiva nella vita della vittima;
  • Stalking sadico: il criterio di selezione da parte del persecutore è basato principalmente sulle caratteristiche proprie della vittima stessa, che può essere considerata una persona da rovinare poiché percepita come felice e/o realizzata e in questo contesto, nella percezione della vittima, per lo più non esiste alcuna spiegazione plausibile sul perché sia stata presa di mira. Il tipo di approccio è inizialmente benevolo, per poi diventare sempre più persecutorio. Lo stalker si infiltra sistematicamente nella vita della preda, per crearle sconcerto e nervosismo; l’autore si caratterizza per possedere un’accentuata freddezza emotiva, spesso un disturbo antisociale della condotta. Il comportamento persecutorio può essere rivolto a tutte le persone vicine alla vittima, nel tentativo di isolarla, a volte è proprio quest’ultima ad allontanarsi da parenti o amici o a lasciare il nuovo partner, per non esporli al pericolo, nella speranza che lo stalker prenda di mira lei sola; le minacce possono essere esplicite (moriremo insieme) o subdole (la consegna di un mazzo di fiori secchi). Alcuni comportamenti hanno una matrice sessuale e hanno principalmente lo scopo di umiliare la vittima, disgustarla e, in generale, minarne l’autostima.